Quando un paziente entra nel mio studio solitamente ha chiaro in mente cosa non piace del proprio aspetto.
Mi vengono fatte molte domande su quale e come sia la chirurgia. Le domande sul post operatorio solitamente si limitano alle informazioni per calcolare i tempi di ritorno al lavoro o più genericamente alla vita sociale. Noto invece meno interesse e curiosità nel capire esattamente le tempistiche e gli step di una corretta e totale guarigione. Ecco perchè poi non è così raro avere pazienti che cadono nel panico per le più normali conseguenze di una chirurgia. Situazioni momentanee e del tutto normali, in verità.
Una chirurgia “piccola” ma piuttosto complessa, sia per esecuzione che per guarigione, è la Rinoplastica. Questa vede nella punta del naso la parte più lenta ad assestarsi, rimanendo dura al tatto per mesi.
Vediamo perchè, ma soprattutto cosa fare per affrontare al meglio questo problema.
Dopo una Rinoplastica, avere la punta del naso dura rappresenta la normalità, entro un determinato lasso di tempo.
E’ una risposta fisiologica del nostro corpo che non si può evitare. Si può però limitare e aiutarne la risoluzione.
Tale gonfiore iniziale tende poi a organizzarsi in un tessuto cicatriziale fibroso, soprattutto nella regione della punta dove la pelle è di per sè già più spessa che nel dorso. Nei mesi successivi all’intervento sono infatti l’ entità e lo spessore di questo tessuto cicatriziale a determinare la durezza della punta.
Già durante la Rinoplastica il chirurgo esegue dei passaggi atti a minimizzare il gonfiore e quindi scongiurare poi una punta del naso dura. Ho scritto minimizzare proprio perchè non esiste alcuna tecnica capace di non generare questa risposta fisiologica.
Si deve agire già in sala operatoria:
In ogni intervento il chirurgo è l’artefice del cambiamento. Anche il paziente però ha un ruolo attivo, in particolare nel post operatorio. Nello specifico, dopo la Rinoplastica, il paziente ha diverse armi con cui combattere la punta del naso dura.
Ti lascio qui un articolo che ti parla più in generale di come affrontare in modo corretto il periodo successivo alla tua chirurgia:“Cosa fare e non fare post intervento di Rinoplastica”.
Abbiamo visto che l’edema, ovvero il gonfiore, si sviluppa principalmente nelle prime 24 ore. E’ quindi bene limitarlo. Come? Con il caro e vecchio rimedio della nonna: l’applicazione di fonti fredde (es. il ghiaccio oppure impacchi freddi).
Ogni posizione che teniamo o movimento che facciamo, si ripercuote su tutto il nostro corpo, in modo più o meno visibile. Ciò fa si che alcune funzioni vitali, come il battito cardiaco o il respiro possano cambiare ed adattarsi. Allo stesso modo la composizione corporea varia di conseguenza. Nel nostro caso, la cosa che più ci interessa è la distribuzione di liquidi corporali e la pressione sanguigna.
Quando ci sdraiamo, i liquidi tendono a redistribuirsi nelle regioni più alte del corpo. E’ ciò che avviene durante la notte. Ciò nei primi giorni potrebbe andare a favorire il gonfiore. Meglio quindi dormire o rilassarsi in posizione semi- supina, con 3/4 cuscini o su di una poltrona reclinabile.
Quando ci chiniamo poi, facciamo in modo che più sangue affluisca al viso aumentando la sua pressione. Oltre a facilitare il gonfiore, si rischia anche la possibilità di avere sanguinamenti. Posizioni da evitare, quindi.
Ecco uno dei temi spesso dibattuti del post operatorio. Si crede che dopo la chirurgia ci sia bisogno di un periodo di riposo assoluto più o meno lungo. Innanzitutto bisognerebbe capire che tipo di chirurgia sia stata eseguita. Nel caso della chirurgia estetica ciò non è quasi mai vero. Certamente è fondamentale un ridimensionamento degli sforzi e delle attività svolte. Non è invece consigliabile lo stare a letto immobili.
Muoversi dopo una rinoplastica significa:
Le cattive abitudini ostacolano il corretto funzionamento già di un “corpo sano”. Favoriscono l’insorgere di diverse patologie, rovinano il nostro aspett0. La loro azione è ancora più deleteria in un corpo debilitato da un trauma. Nello specifico:
Se si vuole guarire nel migliore dei modi è fortemente consigliato stare lontano da queste abitudini, perlomeno nelle prime settimane.
Quanto detto finora serve a ridurre il gonfiore delle prime ore e giorni susseguenti l’ intervento.
Nei mesi post chirurgia invece, come già detto, ciò che favorisce un indurimento della punta nasale o meno è l’entita del tessuto cicatrizioale (o fibroso) che si forma sotto la pelle.
La manipolazione, fatta con cautela, delle aree operate, può aiutare ad ammorbidire e limitare tale tessuto fibroso. Nel caso del naso, è il paziente stesso a eseguire tali massaggi, seguendo le indicazioni date dal chirurgo.
Ti lascio un articolo che ti spiega come e quando “Come massaggiare il naso dopo l’intervento di rinoplastica?”.
Da dire che comunque armarsi di buona pazienza risulta essere essenziale. Quel tessuto cicatriziale tende infatti a retrarsi spontameneamente. Ma ci mette molti mesi, fino a un anno e oltre. Soprattutto in pazienti con pelle più spessa e oleosa.
La punta del naso dura dopo una Rinoplastica è qualcosa di normale e inevitabile dopo una chirurgia. Ciò che fa la differenza è come ci si comporta per limitarne la comparsa e favorirne la risoluzione. E per questo il paziente deve essere collaborativo nel seguire le istruzioni date, con pazienza.
In realtà ci sarebbe anche un modo per ridurre il periodo di assestamento da vari mesi a pochi giorni. Ovvero affidarsi alla medicina estetica:“Scopri la rinoplastica non chirurgica, grazie al filler per il naso”.
Se vuoi approfondire la Rinoplastica in tutte le sue forme:“Interventi Chirurgici al Naso: il punto della situazione”.
Se volessi capire come io interpreto questo intervento, potresti anche leggere il mio libro “Rinoplastica proporzionata”, dove ti guido in tutto il percorso, dalle prime decisioni al risultato finale. Scaricalo gratuitamente ora!
Infine, se preferisci parlarne a quattrocchi, contattami, inizieremo insieme il tuo percorso verso il cambiamento.
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