Tra la medicina e la chirurgia estetica: i fili di sospensione.
Attualmente i fili di sospensione occupano sicuramente uno spazio non irrilevante nel dibattito sul ringiovanimento facciale. Benché il concetto non sia nuovo, solo negli ultimi anni sembrano aver acquisito una certa popolaritá. Con le giuste indicazioni si possono ottenere risultati rispettabili. Molto sbagliato é invece considerarli un alternativa al face lift. Infatti in quel contesto, se si usassero solo i fili, il risultato sarebbe inesorabilmente scarso sia come entitá che come durata nel tempo. Piuttosto, in taluni casi selezionati, possono essere di complemento a particolari tecniche di face lift poco estese (mini lift).
Sono fili caratterizzati dall’avere dei meccanismi di ancoraggio nella forma di piccoli ganci o coni con i quali il filo aderisce ai tessuti circostanti. Quando viene tirato, trascina con sé anche i tessuti sottocutanei ai quali sta aderendo crendo una tensione o sospensione degli stessi.
Possiamo dividerli in due categorie: quelli che non hanno bisogno di alcun approccio chirugico, seppur minimo, e quelli in cui questo é necessario.
Nel primo caso sono di materiale totalmente riassorbibile e trovano applicazione nel sollevamento della regione mandibolare, dell’area zigomatico-mascellare e, in pazienti selezionati, del collo. L’effetto di questa tipologia di filo perdura per circa 6-8 mesi di media.
I fili che invece necessitano di un mini approccio chirurgico (incisione nella regione temporale di 2 cm), sono invece piú resistenti, in parte di materiale non riassorbibile. Hanno una azione piú potente sul sollevamento della regione zigomatico-mascellare e mandibolare. Non agiscono invece sul collo. La loro durata oscilla tra gli i 10 ed i 18 mesi a seconda del paziente. Siccome prevedono un approccio mini chirurgico, necessitano almeno di un ambulatorio chirurgico. Meglio ancora se applicati in sala operatoria.
Il paziente ideale per questo tipo di trattamento mostra uno stato di invecchiamento facciale moderato, con una iniziale alterazione volumetrica del viso, ma senza un significativo eccesso di pelle. Grossolanamente si rivolge ad una fascia etaria tra i 40 ed i 50 anni. Anche se talvolta ci possono essere buone indicazioni ben oltre i 50 anni. La decisione comunque spetta al chirurgo dopo una valutazione dello stato di invecchiamento dei tessuti del viso durante una visita preliminare.